Dopo anni passati a demonizzare la tecnologia, in questo periodo ci siamo accorti che senza saremmo perduti e che non ne sfruttiamo appieno le potenzialità. Provate a immaginare come faremmo a comunicare a distanza in questo momento senza gli smartphone. Come faremmo a lavorare a distanza senza un computer?
Analfabeti digitali
Apriamo una piccola parentesi. Questo improvviso bisogno di utilizzare questi strumenti ci ha messo davanti ad una grande verità: nonostante viviamo nel XXI secolo e nonostante siamo arrivati alla generazione dei “nativi digitali”, siamo ancora degli analfabeti digitali.
Gli smartphone ci hanno abituati a fare qualsiasi cosa a portata di “tap”, eppure quando usciamo dal pubblicare le foto dei nostri pranzi su Instagram o a rendere partecipe il mondo delle nostre disavventure amorose su Facebook, non siamo in grado di metterci ad una tastiera di un pc e fare una videochiamata, scrivere un semplice testo con word o addirittura installare un semplice programma.
Il World Wide Web (WWW)
(Piccola precisazione: quello che tutti siamo soliti a chiamare internet, in verità è il World Wide Web (WWW). Internet è un insieme di servizi, di cui il WWW ne fa parte).
Nessuno, nemmeno il suo creatore Tim Berners Lee, avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe diventato il WWW. Uno strumento che è stato creato per far condividere le ricerche a distanza ai ricercatori, è diventato uno strumento che riguarda le nostre vite quotidiane e di cui non possiamo più fare a meno.
Il più grande pregio, ma anche il grande difetto del WWW è quello di essere aperto a tutti. Chiunque può aprire un sito web e pubblicare le proprie esperienze di vita e credi politici e religiosi. Il WWW è un grande calderone in cui si possono trovare informazioni molto utili e interessanti, ma anche informazioni errate e dannose per chi le legge.
Il WWW è uno strumento potentissimo, ma “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Questo significa che è vero che è un calderone di informazioni che possono essere state scritte da Albert Einstein o dal nostro vicino di casa, ma è anche vero che con piccole attenzioni si possono scremare le informazioni valide da quelle non.
I computer e gli smartphone
Spesso ci dimentichiamo che l’uomo è riuscito ad andare sulla luna sfruttando calcolatori con una potenza di calcolo migliaia di volte inferiore all’aggeggio che abbiamo in tasca.
Nonostante gli smartphone siano identificati con la parola “smart” (intelligente) assieme ai computer possono essere considerati dei dispositivi “stupidi”. Nonostante la loro enorme potenza di calcolo, eseguono solo le operazioni che gli chiediamo di eseguire. Dunque se non sappiamo usarli, è molto difficile che risolvano tutti i nostri rompicapi.
Grazie a questi due calcolatori che diamo troppo per scontato, siamo in grado di poter lavorare da casa anche in questa situazione di quarantena.
I Social Network
I social network sono la più grande invenzione del nostro secolo. All’interno di queste reti sociali possiamo rimanere in contatto con persone lontane, coltivare le nostre passioni, condividerle e confrontarle con altre persone.
In aggiunta a queste qualità è possibile anche condividere notizie e prodotti della propria attività, rendendole disponibile non solo all’interno del proprio comune, regione o stato, ma al mondo intero.
Nonostante queste enormi potenzialità, i social network sono riusciti a tirare fuori il peggio di noi. Se prima quando una persona parlava a sproposito veniva etichettato come “scemo del villaggio”, su queste piattaforme viene addirittura elogiato. Questo fatto è attribuibile allo strumento in sé, oppure al cattivo utilizzo che se ne fa?
Lo scandalo Cambridge Analytica
Nel 2018 è stato riportato al centro del dibattito la privacy dei dati personali raccolti dai social network dopo che è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica (A tal proposito guardate anche il documentario The Great Hack).
Se da un lato è vero che i social network raccolgono e utilizzano tutta una serie di nostri dati personali, dall’altro siamo noi stessi che glieli concediamo direttamente e indirettamente quando li utilizziamo. Quanti di voi hanno veramente letto i Termini di servizio di Facebook (il famoso “Accetta”) quando avete installato l’app?