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Self Check-in vietato in Italia: il divieto che danneggia gli affitti brevi

self check-in divieto affitti brevi

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In Italia, il self check-in è ufficialmente vietato, e a stabilirlo è stato il Ministero dell’Interno, che attraverso una circolare ha chiarito l’impossibilità di utilizzare sistemi automatizzati per accogliere ospiti in strutture ricettive. Questa decisione ha sollevato molte polemiche, soprattutto nel settore degli affitti brevi, che spesso si affida a soluzioni tecnologiche per agevolare la gestione degli arrivi. Vediamo perché il Viminale ha imposto il divieto e quali sono le conseguenze per gestori e viaggiatori.

Il divieto del Viminale: cosa dice la legge sul self check-in

Secondo quanto stabilito dal Viminale, il self check-in non è conforme agli obblighi di sicurezza pubblica previsti dalla normativa italiana. In particolare, la legge richiede che i gestori di strutture ricettive (hotel, bed & breakfast, case vacanza e affitti brevi) verifichino di persona l’identità degli ospiti al momento dell’arrivo.

L’identificazione deve avvenire attraverso un controllo diretto dei documenti di identità, che poi devono essere comunicati alla Questura entro 24 ore tramite il sistema online “Alloggiati Web”. L’utilizzo di cassette di sicurezza, codici d’accesso o app per il check-in da remoto non soddisfa questi requisiti perché non garantisce l’identificazione “de visu” (di persona).

Il Ministero dell’Interno ha dunque ribadito che il check-in automatizzato non è legale, sottolineando che la misura è necessaria per motivi di sicurezza pubblica e per prevenire eventuali attività illecite.

Le conseguenze per gestori e turisti

Il divieto del self check-in ha un impatto significativo, soprattutto sul settore degli affitti brevi, che fa largo uso di tecnologie per garantire maggiore flessibilità a ospiti e proprietari. Con il divieto imposto dal Viminale, i gestori devono ora garantire la propria presenza fisica per accogliere gli ospiti, il che comporta una serie di difficoltà:

Le critiche e le richieste del settore

Molti operatori del settore turistico hanno espresso insoddisfazione per il divieto, ritenendolo una misura obsoleta che non tiene conto delle nuove esigenze del mercato e dell’innovazione tecnologica.

In Paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito o altri Stati europei, il self check-in è ormai una pratica consolidata, supportata da strumenti tecnologici come la verifica digitale dei documenti o il riconoscimento facciale. Molti gestori italiani auspicano che anche in Italia si possa trovare una soluzione che concili la sicurezza pubblica con l’efficienza e la praticità offerte dalla tecnologia.

Alcuni propongono, ad esempio, di introdurre sistemi che permettano la registrazione remota tramite app ufficiali, con un controllo più accurato ma senza obbligare alla presenza fisica del gestore.

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